FATE ELFI CASE FIABESCHE: IL PICCOLO POPOLO ESISTE DAVVERO!
Sono magiche le creature fanno parte del “piccolo popolo”, fate elfi gnomi folletti e spiriti inquieti e creature che vivono in un mondo apparentemente invisibile.
Sono una persona piuttosto pratica nel mio quotidiano, eppure da sempre sento che esiste qualcos’altro intorno a noi, e non sto parlando di questioni religiose, ma di sensazioni e magari qualcuno parla di fugaci “visioni” e segnali, di qualcosa che nella vita ha sentito dargli aiuto e protezione.
Da sempre mi sento attratta da quello che viene definito il mondo fantasy, che al suo interno racchiude una miriade di storie e creature che rimandano a contesti diversi, ma soprattutto a quello della natura.
E vi voglio parlare di quello che viene chiamato il piccolo popolo invisibile, che da sempre viene raccontato e rappresentato in molti modi, e a quel mondo sono dedicati tanti dei miei soggetti dipinti.
Mi sono chiesta perché dipingo così di frequente elfe e magiche case fiabesche degli gnomi, case nei boschi che appartengono a creature misteriose, e poi vampire e streghe. Credo che qualsiasi artista si sia fatto la domanda “perché rappresento proprio questi temi”, non ci si sveglia un mattino dicendo “da oggi disegno questo!”, ma è un sentire più profondo che affonda le radici nel nostro modo di sentire il mondo, e sicuramente è condizionato anche dalle nostre esperienze nella vita.
Certamente l’argomento “piccolo popolo” è un campo molto amato dagli artisti e gli illustratori, ma in generale il bisogno dell’uomo di rappresentare delle entità che fanno parte del mondo invisibile con fattezze umane è qualcosa di caratteristico di diversi popoli e culture, pensiamo soprattutto a quella celtica, ed è un tipo di rappresentazione che ha radici lontane nel tempo, molti popoli hanno cercato di dare forma a qualcosa che in realtà una forma non c’è l’ha, perché stiamo parlando della sensazione di alcune presenze.
I libri di folklore ne parlano e molti sono arricchiti da illustrazioni di questi esseri invisibili.
Penso che molti di noi abbiamo avvertito la sensazione che qualcosa è lì con noi quando siamo immersi nella bellezza di un bosco, o in prossimità di una cascata, e ci sembra di non essere soli, e no non è pazzia ma qualcosa che non è spiegabile e descrivibile con certezza.
E sono proprio gli artisti gli illustratori che hanno dato e danno forma e significato a fate elfi gnomi e spiritelli, a qualcosa che non è visibile ma è comunque percepibile.
Nel tempo ho scoperto molti bravissimi artisti che realizzano favolosi personaggi dei piccoli mondi, con le paste polimeriche per esempio, e tante persone amano portare al collo ciondoli e amuleti con fate protettrici che portano con sé vari significati.
Ho visto meravigliose sculture scolpite nel legno per non parlare dei dipinti con questi temi e tutti gli albi illustrati a tema piccolo popolo, sulle fate e i loro significati, forse la prima pubblicazione che mi viene in mente, e forse una delle più famose sul tema, è quella di Cicely Mary Barker con il suo libro The Complete Book of the Flower Fairies racconta un universo di fate legate a dei fiori specifici. Per non parlare di tutta la cinematografia che ha trattato del piccolo popolo, e poi ovviamente tutta la cinematografia a tema fantasy, (ricordo solo Lo Hobbit, The Hobbit, la trilogia cinematografica fantasy del regista Peter Jackson), quindi è un tema davvero tanto amato.
Il punto è che probabilmente sono proprio gli artisti a dare loro un volto, una presenza fisica a queste creature, ed eccomi qui a fare parte di quel piccolo esercito di creatori di quel mondo invisibile, fatto di meravigliose creature alle quali do vita con i miei pennelli e i miei colori.
Ma dove sono questi esseri? Dove troviamo il piccolo popolo? Mi piace pensare che si trovino in tutti quei luoghi in natura dove sentiamo che non siamo soli, ma che possiamo percepire qualcosa che ci fa stare bene che ci fa sentire che non c’è solo questa dimensione umana, ecco proprio in quei luoghi essi ci sono. Mi piace credere a tutto questo e lasciare viaggiare la fantasia.
Ditemi che da bambini non vi è mai capitato di vedere un buco in un albero e pensare che fosse la casetta di un essere magico?
Sapete, un giorno mia figlia mi ha chiesto, mamma ma queste cose che disegni, le fate gli elfi esistono davvero? e io le ho risposto che solo se ci crediamo, solo se iniziamo a crederci davvero loro ci sono, non si mostreranno mai a chi crede che la vita è tutta qui nel visibile, e non c’è altro. Che visione povera sarebbe!
Mi piace credere che queste storie di fate elfi e creature magiche hanno parlato a qualche essere umano e in qualche momento della vita, hanno dato dei segnali su come agire nel mondo, oppure semplicemente il fatto di credere che esistono ha permesso a qualcuno di riconnettersi con se stesso e ritrovarsi.
Credo anche che in un mondo colpito da un eccesso di informazione mediatica e da modelli che non sentiamo nostri ma che vengono imposti a volte senza che neppure ce ne accorgiamo, credere in qualcosa che parla direttamente alla nostra anima sia un modo per trovare delle risposte personali e capire che possiamo tirare fuori delle parti di noi che nessuno ci ha mai insegnato a esprimere nel mondo, anzi è qualcosa che viene sminuito, e quindi viene poi dimenticato. Ma era invece molto acceso e vivido quando eravamo bambini, forse proprio perché non avevamo tutti quegli schemi mentali che nel tempo ci hanno irrigidito, e portato a dimenticarci di quella parte di noi che ci faceva sentire quel senso di magia a Natale e non solo.
E guarda caso sono proprio i bambini che credono che questo mondo esiste, e non perché sono ingenui ma perché lo sentono davvero, e hanno quelle porte sul mondo invisibile ancora aperte.
L’arte e la creatività e dipinti come i miei possono ancora fare questo, come l’arte di tanti altri creativi come me, compiere una magia, risvegliare quella parte assopita che vorrebbe tanto tornare. Forse è proprio questa la nostra missione, fare percepire anche da adulti ad altri adulti questa magia, vivere la fantasia.
Questa capacità di percepire l’invisibile, il piccolo popolo e la loro magia, viene spesso relegata ai visionari, agli artisti, ai poeti, ai sognatori in generale.
Ma se ci pensate di queste esperienze e storie i nostri antenati, quelli dell’era prima dei social, ne parlavano, narravano storie seduti intorno ad un focolare, e per molto tempo hanno tramandato oralmente.
L’arte e la creatività non sono un decoro o un sedativo per i momenti bui, ma una grande opportunità di risveglio, di riconnessione con l’anima con noi stessi e con l’invisibile che manifesta solo se lo sappiamo ascoltare anche se a volte può fa emergere qualcosa di scomodo.
Vi invito a guardare questo video se volete vedermi dipingere una dolce e magica strega che sicuramente fa parte del “piccolo popolo”, e sono certa che vi aiuterà a riconnettervi con una parte di voi bambina e bambino, che forse era dormiente e dimenticata.